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CGIA, ITALIA SPENDE PER DISOCCUPATI SOLO 0, 5% PIL

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2010 20:22
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12/09/2010 20:22
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Roma, 11 settembre - "I disoccupati italiani sono tra i meno aiutati d'Europa": l'Italia spende per loro 'solo' lo 0,5% del Pil, la cifra piu' bassa rispetto agli altri Paesi dell'area euro. La denuncia viene dal segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi, che, con l'Ufficio studi, ha messo a confronto la spesa nel 2008 sostenuta dai principali Paesi Ue a sostegno dei senza lavoro. "Il risultato emerso da questa elaborazione e' molto sconsolante", sottolinea l'associazione.
Nel 2008 le risorse messe a disposizione dal nostro Paese al milione e 690 mila disoccupati italiani, hanno toccato lo 0,5% del Pil. Niente a che vedere con le risorse messe in campo dalla Germania (2,2% del Pil per sostenere i 3 milioni 141 mila senza lavoro), dalla Spagna (2,1% del Pil a favore dei 2 milioni e 591 disoccupati) e dalla Francia (1,6% del Pil per proteggere i 2 milioni e 235 mila disoccupati). Solo i disoccupati britannici (pari a 1.753.000) stanno peggio dei nostri: nel 2008 hanno ricevuto una spesa complessiva pari allo 0,3% del Pil. In termini assoluti l'Italia ha messo a disposizione quasi 8 miliardi di euro (precisamente 7,92 miliardi di euro) contro i 48,91 miliardi della Germania, i 25,66 miliardi della Francia e i 21,93 miliardi della Spagna. In pratica per ogni disoccupato italiano sono stati spesi 4.691 euro, contro i 17.921 euro a protezione del disoccupato irlandese, i 16.652 euro per quello austriaco, i 15.570 euro per il senza lavoro tedesco e gli 11.
483 per ciascun francese rimasto senza lavoro. "Per misure a sostegno dei disoccupati - precisa Bortolussi - ci riferiamo all'erogazione di sussidi per fronteggiare l'inattivita' lavorativa, alle prestazioni offerte dai servizi pubblici per l'impiego o per la partecipazione ad attivita' formative.
Oppure, per l'inserimento lavorativo vero e proprio grazie all'introduzione di incentivi e sgravi fiscali". "Se e' vero pero' che spendiamo poco per sostenere economicamente i nostri disoccupati - osserva Bortolussi - e' altrettanto vero che siamo un Paese che ha un buon pacchetto di ammortizzatori sociali (Cigo, Cigs, mobilita', etc,) che interviene prima della perdita definitiva del posto di lavoro. Cosa, quest'ultima, di cui molti altri Paesi europei non dispongono.
Non solo, va ricordato che queste misure, grazie al Governo in carica, sono state estese anche ai lavoratori dipendenti delle micro imprese che prima ne erano sprovvisti. Insomma, spendiamo poco per i disoccupati ma il nostro welfare interviene prima che il rapporto tra il lavoratore e l'impresa sia compromesso definitivamente". Infine, la Cgia di Mestre ha dimensionato gli importi spettanti ai lavoratori dipendenti italiani che sono rimasti senza lavoro. Ebbene, l'indennita' di disoccupazione e' inversamente proporzionale al tempo di durata dell'inattivita' lavorativa.
Comunque, gli importi (ad esclusione dei lavoratori edili) hanno un limite massimo che per il 2010 e' pari a 893 euro se la retribuzione del lavoratore era pari o inferiore a 1.932 euro mensili, oppure a 1.073 euro se la retribuzione era superiore. Per gli apprendisti l'indennita' e' pari all'80% della retribuzione per un massimo di 90 giorni. Infine, dalla Cgia ricordano che negli ultimi anni sono state introdotte anche delle misure di sostegno al reddito per i cosiddetti lavoratori atipici che hanno perso il posto di lavoro. Ai cosiddetti somministrati spetta un'indennita' una tantum pari a 1.300 euro al lordo delle trattenute. Ai Co.co.pro. cui e' stato interrotto il contratto si deve invece un'indennita' una tantum pari al 10% del reddito percepito l'anno precedente.

fonte: agi
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