Istat: disoccupazione all’8,8% ad aprile

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neworacle
00domenica 2 maggio 2010 02:10
Proiettando nel futuro i dati di aprile forniti dall’Istat, sulla situazione economica e occupazionale italiana, la festa dei lavoratori del primo maggio potrebbe anche diventare-speriamo di no- la giornata dei disoccupati.

Questo perchè i numeri parlano chiaro. In un anno, da marzo 2009 a quello 2010, sono andati in “fumo” 367 mila posti di lavoro con un tasso di occupazione pari al 56,7% , inferiore dello 0,1% rispetto a febbraio 2010 e dell’1,1% rispetto a marzo 2009. L’Istat rileva che le persone in cerca di occupazione sono 2 milioni e 194 mila. A febbraio erano 58 mila in meno, mentre rispetto all’anno scorso si sono aggiunte altre 236 mila unità (pari al 12% in più).

Il tasso di disoccupazione raggiunge i massimi storici dal secondo trimestre del 2002 ma non sembra scomporre il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, il quale lo considera anche migliore di ciò che avevano previsto alcuni “gufi”. Fatto sta che l’ 8,8% di tasso di disoccupazione, rilevato a marzo, è un dato allarmante e soprattutto per la sua composizione. E’ aumentato dello 0,2% rispetto a febbraio e dell’1% , se confrontato con marzo 2009, ma l’aspetto più preoccupante rimane il 27,7% relativo al tasso di disoccupazione giovanile che, in lieve diminuzione rispetto a febbraio, segna un + 2,9% rispetto a marzo 2009.

Il ministro del Lavoro Sacconi ha voluto ribadire che questo aumento era stato previsto dal Governo e ha sottolineato che ovviamente, il dato sulla disoccupazione è strettamente connesso all’andamento dell’economia. Nell’eurozona il tasso di disoccupazione si attesta sul 1o% registrando il record dall’agosto 1998. Complessivamente, sulla base dei 27 paesi dell’Ue, la percentuale è pari al 9,6%. A marzo, il totale dei “nuovi” disoccupati dell’eurozona è stato pari a 101 mila mentre a livello Ue si è registrato un +123 mila. La soluzione al problema della disoccupazione può avvenire – secondo Sacconi- solo attraverso un’attenta combinazione di ammortizzatori sociali e formazione. Il Ministro ha definito la scelta della formazione una «sfida obbligata , una risposta tradizionale, ma tradizionalmente fallita. Non mancano i soldi , tra stock e flusso le regioni avrebbero a disposizione 2,5 miliardi».

Stefano Valigi

Fonte: newnotizie.it
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