00 12/03/2013 14:32
Off topic
Qualche giorno fa ho terminato di leggere un bel libro di un giovane autore sardo.
L'opera si intitola "Una sporca faccenda" e lui si chiama Lorenzo Scano.
Il testo è corto, nemmeno cento pagine, e velocissimo da leggere grazie ad una scrittura veloce e priva di qualsiasi orpello.

Il genere è il noir e non essendone un esperto non so dire a che livello si collochi nella produzione di appartenza. Mi sento però di dire che mi è molto piaciuto perché l'atmosfera ricreata, l'ambientazione e i personaggi sono fatti molto molto bene.

Ma la cosa che più mi è piaciuta, parlo sempre da profano, è che spesso ci si dimentica che la storia si svolge ai giorni nostri e a Cagliari.
Leggendo il libro sembra di essere negli anni cinquanta del secolo scorso e poi improvvisi riferimenti ai danni causati dall'attuale crisi economica o alla distruzione dell'ambiente ricordano al lettore che la storia si svolge ai giorni nostri.
Non sono parentesi di critica sociale o politica, non è questo il libro per trovarli, ma purtroppo, comunemente a moltissimi libri scritti recentemente e soprattutto da giovani autori indipendenti, è facile ritrovarle. E come non potrebbe essere così.

Sono contento di aver letto questo libro e sono contento che ci siano anche in Italia scrittori di genere che scrivono rispettandone le regole.

Basta con superficiali melodrammi e con commediole agrodolci come vorrebbero gli ignoranti produttori ed editori dicendoti che così va il mercato italiano -stupido ed asfitico- e che così è la nostra tradizione.

Meglio perdere questo mercato e questa tradizione dico io.


Lorenzo Scano scrive di quello che gli piace, di quello che lo ispira ed è quello che sicuramente vorrebbe leggere. E come lui i lettori con i suoi gusti.
Il mercato c'è l'autore pure.
In bocca al lupo a Lorenzo.